Nottetempo

Ordina per:
Mostra:
  • Versione Standard

    Franco Arminio

    La morte è una spina piccolissima
    finita dentro il sangue chissà quando,
    è una ballerina che ha scelto la mia testa
    per i suoi esercizi,
    un fiume che passa sotto i miei ponti,
    la morte mi viene in mente
    mentre leggo mentre mi metto le calze
    quando mi faccio la doccia
    mentre parlo al telefono
    davanti al computer
    ai funerali alle feste 

    Franco Arminio

    12.00
    Autore / Autrice : Franco Arminio
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2024 - 2017
  • Versione Standard

    Mariana Alessandri

    In una società fondata sugli insegnamenti delle antiche filosofie occidentali, i nostri umori più cupi possono apparire irrazionali. Se osservati attraverso la lente della psicologia moderna, vengono spesso caratterizzati come disturbi mentali. L’industria dell’auto-aiuto, determinata a venderci la promessa di un futuro sempre sereno, a volte ci lascia in preda alla vergogna: perché siamo sbagliati? Perché non siamo più grati, felici, ottimisti?
    Con un’argomentazione solida e coraggiosamente intima, la filosofa esistenzialista Mariana Alessandri reagisce contro questo sistema di valori e ci conduce in un viaggio in compagnia dei nostri stati d’animo oscuri – rabbia, tristezza, lutto, depressione e ansia – e di un eterogeneo gruppo di pensatori che nel Diciannovesimo e Ventesimo secolo hanno provato a trattenersi nel buio. Questi intellettuali, che con le emozioni “negative” hanno imparato a convivere fino a quando la vista non si è abituata all’oscurità, possono aiutarci a comprendere che la sofferenza non implica che siamo difettosi, piuttosto la cognizione del dolore è indice di sensibilità, perspicacia e intelligenza. Affidandoci a tutti loro – da Audre Lorde a María Lugones, da Miguel de Unamuno a C.S. Lewis, da Søren Kierkegaard a Gloria Anzaldúa – potremo esplorare un approccio diverso, smettendo di stare male per il fatto stesso di stare male. Perché “ogni stato d’animo è un nuovo paio di occhi attraverso cui vedere un mondo che altri non possono – o non vogliono – vedere”.

    Autore / Autrice : Mariana Alessandri
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2024
  • Versione Standard

    Jérôme Sueur

    La “storia naturale del silenzio” raccontata da Jérôme Sueur è multiforme, articolata e segreta come il silenzio stesso. Viviamo immersi nella sonosfera, un paesaggio acustico di straordinaria varietà che include tutti i suoni terrestri, che siano immediatamente percepibili dal nostro orecchio umano o decrittabili solo con strumentazioni scientifiche: dai suoni “biotici” di origine animale e vegetale al concerto “geofonico” degli elementi naturali – onde marine, vento, effusioni magmatiche, vibrazioni telluriche. E a un certo punto della storia evolutiva del pianeta, si è aggiunta l’antropofonia: l’insieme di suoni prodotti dalla nostra specie in modo sempre più intrusivo, con la tecnofonia divenuta uno dei “flagelli dell’Antropocene”. In tutto questo, cos’è il silenzio, che forme assume, come e dove trovarlo? Qui il racconto si fa ancora più appassionante e, tracciando le frontiere sottili tra suoni e pause nel mondo animale, Sueur disegna la morfologia del silenzio naturale: assoluto (e, in realtà, impossibile), fisiologico, di morte o di sopravvivenza, amoroso-riproduttivo, di disciplina, di battaglia, di gruppo, di vuoto. Dall’universo sonoro delle barriere coralline ai canti delle balene, il silenzio è un’interpunzione necessaria del suono, come nel linguaggio musicale. In compagnia di Whitman, Thoreau, Cage e Beatles, oltre che di tutti gli scienziati che hanno decifrato questa storia nascosta, Sueur ci invita a scoprire le “firme acustiche dei paesaggi”, ad ascoltare i silenzi e, di tanto in tanto, a entrare noi stessi in uno stato di silenzio, per “tentare di ribilanciare l’equilibrio sonoro del mondo”.

    Jérôme Sueur

    18.90
    Autore / Autrice : Jérôme Sueur
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2024
  • Versione Standard

    Susan Sontag

    Dalla guerra in Vietnam al cinema di Bergman e Godard, dall’identità americana alla pornografia: Stili di volontà radicale è un libro che ha segnato un’epoca intellettuale. Uscito nel 1969, è la seconda raccolta di saggi pubblicata da Susan Sontag, dopo Contro l’interpretazione. Siamo alla fine degli anni Sessanta, un periodo di sovvertimenti e sperimentazioni tra i più inquieti del Novecento, in cui la critica, il pensiero, le forme artistiche e la contestazione politica si orientano verso stili radicali, come suggerisce il titolo del libro. In cui la spinta contro il mainstream capitalistico e la cultura di massa produce rivoluzioni nei linguaggi dell’arte e nella coscienza, toccando spesso soglie estreme e sondando i limiti della consapevolezza, dell’esperienza e del dicibile. Nascono da questa tensione le riflessioni di Sontag sul rapporto tra l’estetica contemporanea e il silenzio, l’acuta analisi dell’immaginazione pornografica con le sue ossessioni erotiche e la sua violazione delle norme (sessuali e letterarie), le incursioni in opere di personalità filosofiche o artistiche radicali come Bataille, Cage, Beckett, Godard. E, infine, i giudizi brucianti e la visione pessimistica dell’America contemporanea, con la sua “innocenza” e “barbarie” – entrambe “spropositate, letali” –, cui segue il resoconto del viaggio in Vietnam fatto dall’autrice nel 1968, nel pieno di una guerra spietata: ritratti feroci dell’identità statunitense, in testi che, come gli altri di questa raccolta, sono ancora capaci di parlare con accenti innovativi al nostro presente.

    Susan Sontag

    19.50
    Autore / Autrice : Susan Sontag
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2024
  • Versione Standard

    Byung-Chul Han

    L’Occidente affronta l’Estraneo in modo spesso aggressivo, violento: la tendenza a escluderlo o ad assorbirlo preclude così qualsiasi apertura, qualsiasi affabilità nei confronti dell’Altro, e qualsiasi possibilità di un’evoluzione intesa come divenire altro da sé. Ciò dipende, secondo Byung-Chul Han, dallo schema dicotomico alla base della visione occidentale del mondo, dal costante bisogno di individuare un soggetto contrapposto a un oggetto, e dalla centralità di concetti quali essenza, sostanza, verità, stabilità. Incontriamo questo modello nelle teorie dei grandi pensatori europei – da Parmenide e Platone fino a Leibniz, Hegel, Nietzsche e Heidegger –, ma anche nel linguaggio, nella letteratura, nelle arti e in ogni aspetto della quotidianità. Le filosofie, le pratiche e le consuetudini diffuse in Asia orientale appaiono mosse da un’istanza profondamente diversa: al posto dell’essere, troviamo semplicemente una via; e l’assenza, il vuoto, sostituisce l’essenza. Fiorisce una cultura dell’immanenza, tesa all’apertura piuttosto che alla chiusura, all’in-differenza anziché all’analisi, all’accettazione dell’è-così e non all’agire funzionale. Il saggio in Estremo Oriente si accorda al qui e ora, si immerge nell’armonia del Tutto, nella realtà intesa come un flusso. In questo libro Han arriva al fondo segreto di quella società occidentale contemporanea che costituisce il bersaglio principale della sua critica.

    Byung-Chul Han

    14.90
    Autore / Autrice : Byung-Chul Han
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2024
  • Versione Standard

    Il dio che danza racconta i viaggi dell’autore sulle tracce di un fenomeno antichissimo e universale: la trance da possessione indotta dalla danza e dalla musica. Nell’antica Grecia veniva praticata in nome di Dioniso, il “dio folle” di Omero. Ma Dioniso era anche “dispensatore di gioia”: il dio “che scioglie”, “che libera”, lasciando che la vita rompa i margini fragili dell’io e delle norme sociali.

    Il cammino di Paolo Pecere inizia dal tarantismo in Puglia, sulle orme di Ernesto de Martino, e, seguendo collegamenti storici e mitologici, prosegue in India Meridionale, dove nel theyyam gli dei entrano nel corpo dei danzatori, appartenenti alle caste piú basse. Approda poi in Pakistan, dove il pensiero scivaita teorizzava che “il sé è un danzatore” e i sufi vanno in estasi ruotando al ritmo della musica; in Africa, dove è possibile osservare le possessioni dello zâr e del vodu; infine in Brasile, dove il vodu, arrivato con la tratta degli schiavi, si affianca alle culture e ai culti indigeni, tra cui lo sciamanismo amazzonico. Nell’ultima tappa, New York, riemerge la questione che attraversa e guida tutto il percorso: che cosa resta di questo tipo di pratiche nel mondo odierno?

    Le antiche forme assumono oggi nuove funzioni: nel subcontinente indiano le danze estatiche veicolano tensioni religiose e sociali, in Africa e Brasile sostengono l’identità culturale di chi è stato colonizzato, negli Stati Uniti si accompagnano allo sviluppo della cultura lgtbq. Lo sciamanismo dell’Amazzonia, infine, diventa principio di resistenza contro la distruzione capitalistica della grande foresta.

    Paolo Pecere

    18.00
    Autore / Autrice : Paolo Pecere
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2021
  • Versione Standard

    Se il potere connesso all’eros e all’amore è quello di essere un’esperienza irriducibilmente individuale, sempre irripetibile e quindi a suo modo anarchica, in questo testo agile e penetrante Byung-Chul Han svela il lato in ombra di tale esperienza: la manipolazione politico-economica dell’eros.

    Da Platone al neoliberismo, il controllo delle passioni è uno strumento essenziale con cui il potere “addomestica” e addormenta la loro forza dirompente e liberatoria, che turba ogni ordine e modello. Ma, secondo Han, nella contemporaneità trasparente, orizzontale, assediata dalla serialità e dall’iperproduzione, si assiste a una radicale perdita di profondità, alterità e forza di “resistenza” dell’eros: anche in questo campo, l’individuo è ridotto a soggetto-macchina di “prestazione”, catturato nella passività e nell’eccesso dell’uguale.

    Stiamo diventando immuni all’eros?

    13.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2019
  • Versione Standard

    Rivisitando alcune categorie classiche del pensiero novecentesco, il lavoro di Byung-Chul Han si focalizza con particolare attenzione sul disagio dell’individuo tardo-moderno nella società odierna, caratterizzata dalla prestazione, dalla competizione e, soprattutto, dall’appiattimento delle contraddizioni e dal venir meno della negatività.

    Le analisi sviluppate nei saggi qui raccolti mettono in luce, nello specifico, come l’ossessione dell’iperattività e la tendenza sempre più forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica.

    Tali espressioni di malessere e di “stanchezza” vengono interpretate come ovvia conseguenza dell’incapacità del soggetto di sostenere i ritmi dell’iperproduzione postcapitalistica in un contesto in cui non esiste più un modello sociale imposto dall’Esterno, dall’Altro, ma è anzi il soggetto stesso ad averlo introiettato.

     

    14.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2020
  • Versione Standard

    A livello teorico quello di potere è uno dei concetti piú controversi e problematici della storia del pensiero filosofico, politico, sociologico e giuridico. Il punto di partenza della riflessione di Byung-Chul Han è che esso è stato quasi sempre ridotto a una relazione causale diretta: chi detiene il potere si impone su chi lo subisce, determinandone il comportamento a prescindere dalla sua volontà.

    Tuttavia, secondo Han, se si sottolinea esclusivamente questa logica, si riesce a percepirne il lato violento e costrittivo, ma non si colgono le dinamiche piú nascoste e complesse mediante cui il potere agisce.

    Ampliando l’analisi, si può individuare proprio nella libertà il suo presupposto e comprendere che esso può essere esercitato non solo contro l’Altro, ma anche condizionandolo dall’interno, raggiungendo un grado di mediazione molto piú elevato e assumendo forme estremamente articolate – meccanismi che, negli sviluppi successivi del suo pensiero, l’autore arriva a considerare come la chiave di volta della vita sociale e politica.

    17.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2019
  • Versione Standard

    La trasparenza e i dispositivi digitali hanno cambiato gli uomini e il loro modo di pensare. Alla comunicazione in presenza, alla capacità di analisi e alla visione del futuro si sono sostituiti interlocutori fantasmatici immersi in un presente continuo e sempre visualizzabile attraverso uno schermo.

    Il soggetto capace di annullarsi in una folla che marcia per un’azione comune, ha ceduto il passo a uno sciame digitale di individui anonimi e isolati, che si muovono disordinati e imprevedibili come insetti.

    Han si interroga su ciò che accade quando una società – la nostra – rinuncia al racconto di sé per contare i “mi piace”, quando il privato si trasforma in un pubblico che cannibalizza l’intimità e la privacy. E su che cosa comporta abdicare al significato e al senso per un’informazione ovunque reperibile ma spesso non attendibile.

    12.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2015
  • Versione Standard

    La società contemporanea è al servizio della “trasparenza”: da una parte le informazioni sulla “realtà” sembrano alla portata di tutti, dall’altra tutti sono trasparenti – cioè svelati, esposti – alla luce degli apparati che esercitano forme di controllo collettivo sul mondo postcapitalista.

    Cosí il valore “positivo” della trasparenza maschera, sotto l’apparente accessibilità della conoscenza, il suo rovescio: la scomparsa della privacy; l’ansia di accumulare informazioni che non producono necessariamente maggiore conoscenza, se manca un’adeguata interpretazione; l’illusione di poter contenere e monitorare tutto, anche grazie alla tecnologia.

    In questo saggio, Byung-Chul Han interpreta la trasparenza come un falso ideale, come la piú forte delle mitologie contemporanee, che struttura molte delle forme culturali piú pervasive e insidiose del nostro tempo.

    12.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2014
  • Versione Standard

    Dostoevskij aveva detto che solo la bellezza ci salverà. Ma oggi è il bello stesso a dover essere messo in salvo, recuperando l’integralità della sua esperienza che l’epoca digitale fa svanire di giorno in giorno.

    Questo è l’intento del saggio di Byung-Chul Han, che ripercorre momenti essenziali del pensiero europeo sul bello, da Platone a Nietzsche e Adorno, per mostrare con vigorosa persuasività la deriva estrema della nostra esperienza estetica.

    La bellezza non rimanda al sentimento di piacere, ma a un’esperienza di verità. “Tu devi cambiare la tua vita”: il monito che promana dal Torso arcaico di Apollo nell’omonima poesia di Rilke è la parola che il bello ci rivolge attraverso questo libro.

    15.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2019
  • Versione Standard

    Conversazione con Andrea Zanzotto di laura Barile e Ginevra Bompiani (agosto e novembre 2006) con tre poesie inedite.

    Come muta la poesia quando il poeta invecchia? E come muta il mondo intorno a lui? Sono alcune delle domande che il poeta si pone, insieme ai temi che lo hanno accompagnato per tutta la vita: il cambiamento del clima, la distruzione del paesaggio, il vissuto della poesia, la fragilità del corpo…

    La presenza di tre poesie inedite che spiegano il testo come una vita nuova rovesciata, dove è la poesia a illuminare la prosa, contribuiscono a fare di questo libro un’opera preziosa e un’altissima emozione.

    8.00
    Editore : Nottetempo
    Anno : 2007