Descrizione
Al vedere si intreccia, in una sottile architettura di cecità e visione, l’ascolto. La parola e lo sguardo, il racconto e l’ascolto: sono queste le due polarità in cui si snoda la vicenda di Angelo e Agnese e, insieme alla loro, quella più segreta e sconosciuta dei genitori di Angelo a cui fa eco quella antica dei nonni. Nessuna è lo specchio dell’altra ma tutte si muovono armonicamente in un finissimo chiaroscuro. Angelo racconta ciò che vede non ciò che vide allora: è qui, credo, il nodo essenziale e anche più seducente della scrittura di Francesco Donfrancesco. Non una mera rivisitazione del passato o un recupero memoriale fine a stesso ma un ex-vocare, come un moderno e più saggio Orfeo, le persone amate e non abbandonarle all’oblio. Un colloquio ininterrotto, che diviene reale solo quando è narrato alla persona amata.
(dalla postfazione di Valentina Fiume)
Francesco Donfrancesco (Roma, 1940) è medico e psicoanalista di formazione junghiana. Ha fondato e diretto la rivista monografica Anima (1988-2012) e ha curato l’edizione italiana di articoli e libri di James Hillman e di altri autori di psicologia archetipale. Suoi articoli e libri sono stati tradotti in Brasile, Inghilterra, Stati Uniti. Ha ricevuto a New York il 2000 Gradiva Award for Essays and Articles. Di recente ha pubblicato per l’Editore Pananti di Firenze, in edizione fuori commercio, una trilogia, Per voce narrante, che comprende i volumi Radure, Come ombra di foglie e Una certa luce. Vive a Firenze.
non era misterioso il tuo mondo
la speranza non era indicibile
era gioia che già conoscevi
che tutti conoscono
dopo il lavoro
con gli amici al biliardo
lungo il fiume a passeggio
aspettando la cena coi figli e la donna
la notte abbracciato con lei
in attesa dell’alba
era quello il crinale lontano
il giardino segreto scoperto con te
la vita semplice eterna
da condividere in pace
Informazioni aggiuntive
Peso | 2.5 kg |
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Anno |
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