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La modernità in medicina ha contribuito ad allungare di molto la vita media, ma molti sono insoddisfatti e cercano riparo in antichi rimedi. Assistiamo al ritorno dell’arcaico anche nel trattamento delle malattie. È evidente che una grave depressione può essere pericolosa senza l’uso di farmaci, ma è anche evidente che consigliare lunghe camminate può essere di grande aiuto per una persona depressa. Spesso si accusa la medicina allopatica di essere troppo positivista, di considerare il corpo come un contenitore di organi disgiunti l’uno con l’altro, di lavorare sulla lesione, di essere poco attenta al fondo magico in cui siamo bagnati. A queste accuse la medicina risponde accusando le terapie alternative di non aver basi scientifiche e di essere in grado di guarire solo malattie che guarirebbero da sole. Allora la questione è l’impazienza. E anche l’idea che abbiamo della malattia. L’ansia può essere spenta con gli ansiolitici, ma può essere vista come un integratore di vivacità intellettuale. Il sintomo nevrotico può essere consegnato allo psicoanalista, ma può essere anche usato come strumento di conoscenza. Noi non dobbiamo mai dimenticare che siamo corpo, dunque natura, ma siamo anche mondo interno, fantasma, fantasia incessante su noi stessi e sugli altri. Forse la prima medicina è proprio la lingua, forse l’ospedale che manca è l’ospedale della lingua. Le persone si ammalano quando reprimono le loro emozioni, quando non riescono a dare una forma linguistica a quello che sentono. E allora poesia e canto sono sicuramente da aggiungere ad agopuntura, reiki, digitopressione, feng shui, ayurveda, medicine dei vecchi indiani d’America, omeopatia, fiori di Bach, ecc. E allora i segnatori, gli omeopati, gli osteopati, i massaggiatori, gli erboristi, tutta la schiera dei guaritori dovrebbe accogliere nel proprio alveo anche i poeti e i suonatori.

Franco Arminio, da “manifesto della terza medicina” | AnimaMundi Edizioni

 

 

La poesia è letteralmente un farmaco, guarisce chi la legge, e per chi scrive è al tempo stesso veleno e rimedio (…) La terza medicina non esclude nulla, compreso il fatto che in molti casi non bisogna curare, non bisogna intervenire. Semplicemente non bisogna medicalizzare. Bisogna ricordarsi che nell’uomo c’è un bisogno di salute e c’è un bisogno di malattia.  Franco Arminio

Le malattie dell’anima
vengono dagli occhi.
Pensa a come ti hanno guardato
quando ti guardano adesso,
non credere troppo in fretta
all’inimicizia degli altri,
quasi sempre è distrazione,
non credere neppure
che il dolore ti sia stato assegnato
per sempre.
Guarda in libertà
fatti guardare liberamente,
pensa al bene
da portare agli altri,
non pesare quello che ti danno
gli altri.
Infine: ripetere qualche errore
è umano, lo farai sempre,
ti serve ad avere una traccia,
ma ogni tanto allontanati,
vattene via dalle tue attese,
da quelle belle e da quelle brutte,
lontano da te e dalla tua vita
ci sono cose bellissime
che ti aspettano.

Ci vuole il ministero della salute, ci vogliono gli ospedali, ma ci vorrebbe anche il ministero dello sguardo e della lingua. Non sappiamo più guardare, non sappiamo più parlare. E ci sono molte malattie accentuate dalla penuria di parole, dalla penuria di sguardo.

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Codice Prodotto: 97-888-97132-561 Categorie: , , , Anno 2018 Collana Piccole Gigantesche Cose

Autore Franco Arminio

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Descrizione

NUOVA EDIZIONE 

Indice:

  • manifesto della terza medicina
  • la cura dello sguardo
  • siamo ferro che respira
  • canto per l’uomo che sta morendo
  • la grande paura
  • la buona cura dell’agire
  • i luoghi come medicina
  • la medicina cosmica
  • respirare accanto a una ginestra

 

La poesia è letteralmente un farmaco, guarisce chi la legge, e per chi scrive è al tempo stesso veleno e rimedio (…) La terza medicina non esclude nulla, compreso il fatto che in molti casi non bisogna curare, non bisogna intervenire. Semplicemente non bisogna medicalizzare. Bisogna ricordarsi che nell’uomo c’è un bisogno di salute e c’è un bisogno di malattia.

La terza medicina considera l’amicizia, la rivoluzione, la preghiera, la gentilezza, l’ansia stessa come forme di terapia. Perfino la morte è una forma di terapia. Noi se combattiamo la morte non sare- mo mai sani. La morte è un mistero scandaloso che richiede pensiero più che rimozione. Il pensiero della morte esso stesso può essere una forma di guarigione. Perfino la vecchiaia è una forma di terapia: pensare in termini ossessivi di rallentare la vecchiaia rende molti corpi fatuamente giovanili. La cura del corpo si può fare in piazza più che in palestra, si può fare a letto, oltre che sul lettino dell’analista.

Ci vuole il ministero della salute, ci vogliono gli ospedali, ma ci vorrebbe anche il ministero dello sguardo e della lingua. Non sappiamo più guardare, non sappiamo più parlare. E ci sono molte malattie accentuate dalla penuria di parole, dalla penuria di sguardo.

 

autore: Franco Arminio
isbn: 97-888-97132-479
collana: piccole gigantesche cose | 7
anno: 2019
pagine: 41
formato: 11,5×16,5 cm

Informazioni aggiuntive

Peso 1 kg
Anno

Autore / Autrice

Tipologia

,

Collana

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