Venti, mari
Versione Standard€20.00
In StockViaggio lungo la costa dell’estremo oriente d’Italia
Autore: Luca Bergamin
Titolo: Venti, mari
Formato: 13×19 cm
Pagine: 180 a colori
Il fuoco dei sensi divampa lungo la litoranea. Dall’Adriatico allo lonio ondeggia l’incanto del Salento. Insenature vergini, fiordi glabri e slabbrati, borghi candidi, paste candite e caffè alla mandorla, chiese marine, architetture coloniali, automobili vintage, alberi ancora totemici fanno capolino in questo itinerario da costa a costa rivelatorio del fascino culturale e paesaggistico di questa isola levantina nel lembo più a sud-est della terraferma italiana.
Un mosaico di parole, immagini, disegni che attirano con la forza dolce e suadente di un flauto magico dentro questo blu indaco, scompigliato da un vento onnipresente che veglia, rinfresca e ammonisce.
Un viaggio spirituale e catartico, dal quale si riemergerà cambiati.
Informazioni aggiuntive
Editore | |
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Autore / Autrice | |
Nota biografica | Luca Bergamin, autore e giornalista, scrive per il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, La Stampa, ha fatto parte della redazione Esteri del Tg5. |
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120 pagine | AnimaMundi 2011
Estratti dal libro
È solo una questione di tempo. A volte il tempo di una vita, a volte quello di uno sguardo. Altre volte quello di un gesto o di un pensiero imprevisto. Prima o poi la maschera che indossiamo dovrà cedere. E noi ci ritroveremo nudi al centro del cuore.
La nostra vita sociale conosce una grave crisi, una vera agonia e non c’è cura possibile a questo dolore dell’assenza di sé a sé stessi. Ma una strada forse è percorribile e sta nell’accorciare la distanza che ci separa da ciò che sentiamo, non ignorando più ciò che ci chiama e ci guida nel nostro intimo. Forse questa agonia potrà mutare in una gravidanza e ciò che l’umanità si accinge a partorire è l’essere umano vero, l’essere umano nudo, che non si nasconde più dietro ad alcun ruolo, dietro ad alcuna maschera, tanto nella sua sfera affettiva privata quanto nel ricoprire un incarico pubblico, perché ha compreso che non è necessario nascondere niente. Null’altro è il paradiso se non questa nudità. Il fiore non si nasconde, è nudo. Ecco perché lo ami. Lo guardi, lo vedi, ti raggiunge la sua fragranza e perciò lo ami. Se lui si mascherasse non lo potresti apprezzare e amare. Perché tu continui a nasconderti allora? Non c’è altra strada, se vuoi essere visto e apprezzato per ciò che sei, devi mostrarti per ciò che sei, devi rischiare di metterti a nudo.
*
Quanta violenza ci facciamo ogni mattino
a metterci di corsa nei nostri panni
senza svuotare mai le tasche
portare molto peso.
Tenere fede alla velocità
tenere fede alla fretta
senza porgere mai l’orecchio
a ciò che grida o bisbiglia in noi.
È questo vivere?
Noi non abbiamo colpa
l’umano sta seppellito in noi
richiede il tempo di una lenta
caritatevole attenzione.
*
C’è una stanchezza derivante dal non sapere abitare la nostra ferita, i nostri stati d’anima, le nostre emozioni. E dall’investire le proprie risorse interiori del difenderci continuamente da noi stessi, nel fare muro, nel temere, nell’arginare quello che sentiamo e siamo, nel costringerci ad essere altro da ciò che sentiamo e siamo.
*
Tempo, tempo, tempo,
non tempo per fare tempo per sentire,
per entrare dentro
alle sensazioni,
per non abortirle.
Tempo per respirare
piano
nei pensieri
che scorrono come nuvole.
Tempo per nutrire
l’attesa
di una nuova chiarezza.
Non farsi mangiare, inghiottire,
dalla fretta.
Nient’altro ci viene chiesto
se non d’abitare
questo corpo che cammina,
questa mente senza direzione,
questo respiro come un campo incolto.
Siamo in un esilio trasparente,
abbiamo dimenticato il nome delle cose.
*
Per sentire ci vuole tempo e una resa.
Una sconfitta temporanea della volontà, del fare. Il pensiero viene dopo.
Prima c’e’ l’ anima che accogliamo sentendola. Sentendola, la riceviamo.*
La persona comune e il poeta.
Ho sempre pensato che la linea di confine tra la persona comune e il poeta fosse sottile e piuttosto labile. Ciò che la persona comune rimuove da sé frettolosamente, il poeta accoglie a sé curioso. Ciò che per la persona comune rappresenta una perdita di tempo, per il poeta è dimora e impiego fisso. La persona comune cerca di liberarsi da ciò che la opprime, da ciò che è nell’anima come un peso, distraendosi. Il poeta affonda nella sua pesantezza e trova le parole per cantarla. Così si rende leggero e rende più leggero il mondo. Il poeta abita nella stessa casa in cui abita la persona comune, abita lo stesso mondo, ha persino gli stessi occhi.La bellezza di alcuni volti mi stordisce sempre. A volte un poeta attende le parole come chi è sotto l’effetto di un veleno attende l’antidoto. Da un momento all’altro potrebbe morirne. E di fatto muore, ma è una morte figurata, come un risucchio d’aria, un declino del respiro, un offuscamento dell’anima. A volte le parole vengono dai volti. A volte le parole vengono tutte insieme e non si sa come afferrarle per non farne sfuggire nessuna. Ma, come nella vita, come con le cose belle, è soltanto una questione di paura che ci fa temere di perdere qualcosa di importante. Ciò che ci riguarda pone l’attenzione su di noi e ci cerca ovunque. Non c’è davvero modo di sfuggirgli. Le cose che ci stanno a cuore, sono loro a occuparsi di noi, venendoci incontro nel momento appropriato e offrendosi al nostro sguardo. Ciò che ci attrae ha sempre qualcosa da raccontarci.
Info sull’autore
Giuseppe Conoci, 46 anni, vive a Otranto. Da sempre utilizza la scrittura come strumento di ricerca interiore, come via per radunare ciò che nell’anima resta spesso confinato ai margini, ignorato oppure disperso. Nel 2000 fonda AnimaMundi: libreria, etichetta discografica e casa editrice.
€4.90 – €12.00Scegli Questo prodotto ha più varianti. Le opzioni possono essere scelte nella pagina del prodottoAutore / Autrice : Giuseppe ConociAnno : 2011Tipologia : Ebook - LibroCollana : Scrittura nuda
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Christian Bobin è nato nel 1951 a Le Creusot, città della Francia centro-orientale. È molto conosciuto nel suo Paese per la sua scrittura intensa e poetica che riconduce colui che legge agli aspetti fondanti dell’esistenza. Con Une petite robe de fête (Mille candele danzanti) nel 1991, raggiunge il successo, restando tuttavia un autore discreto, che rifugge gli ambienti letterari, “innamorato del silenzio e delle rose”.
alcuni passaggi dal libro:
“La scrittura è una zingara che si accampa a casa mia a intervalli irregolari, che parte senza preavvertirmi. È un suo diritto che mi lasci senza alcuna spiegazione, senza discutere le ragioni della sua partenza, senza pretendere di addolcirla con ragioni che finirebbero per rivelarsi false, è un diritto elementare di coloro che amo. A coloro che amo, io non chiedo nulla. A coloro che amo chiedo solo di sentirsi liberi da me e di nonrendermi mai conto di ciò che fanno o di ciò che non fanno, e, naturalmente di non esigere mai una cosa simile da me. L’amore funziona solo con la libertà. La libertà funziona solo con l’amore.”
“Non ho mai un piano, nessun metodo. Non ci sono più regole per scricere di quante ce ne siano per amare. In ambedue i casi bisogna inoltrarsi soli e spogli di consigli, senza la convinzione che esistano convenzioni da rispettare, conoscenze da possedere.”
“Le ragioni non hanno mai orientato la mia vita. Le lasciavo passare come si lascia passare un’acquazzone, rifugiandosi sotto il portico di una casa, e ritornavo poi al mio umore vagabondo.”
“I bambini sono le sole persone grandi che io conosca. I bambini sono gente di viaggio, anime di grandi spostamenti.”
“L’amore è quando qualcuno ci riconduce a casa, quando l’anima ritorna al corpo, stremata dopo anni di assenza.”
“Soltanto nella misura in cui si oppone all’organizzazione utilitaristica della vita, l’artista può raggiungere coloro che vi devono sottostare: egli è come colui al quale si chiede di custodire la casa durante la nostra assenza. Il suo lavoro consiste nel non lavorare e nel vigilare sulla parte infantile della nostra vita che non può mai essere confinata in alcunchè di utilitaristico.”
€13.00Autore / Autrice : Christian Bobin
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