Graziano Graziani

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    La fine è sempre dietro l’angolo. Accanto c’è l’amore. Il crollo di un palazzo, un aereo in panne, un meteorite che precipita, un terremoto, una pandemia. Il disastro è multiforme e inevitabile. Il futuro, in fondo, non è altro che “una promessa di disfacimento”.

    Le catastrofi ci danno la misura dei limiti e della precarietà, ci fanno sentire piccoli e in bilico. Ci fanno riflettere sulla grandiosità e sulla pochezza dei nostri sentimenti.

    Ma il regime dell’incidente è più grande di così, è più subdolo. Si insinua anche nella vita di tutti i giorni, nelle fratture quotidiane, nelle collisioni senza importanza, nelle incomprensioni. Basta poco per prospettare la possibilità di una caduta.

    Planimetria sentimentale del disastro è una raccolta di scenari apocalittici. E dentro lo sfacelo di ognuno di questi, Graziano Graziani crea le condizioni per poter parlare d’amore. Due discorsi che si intrecciano tanto profondamente da diventare inseparabili, l’uno la controparte dell’altro, come le due facce di un foglio.

    Autore / Autrice : Graziano Graziani
    Editore : Tic Edizioni
    Anno : 2021
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    Graziano Graziani

    Er Corvaccio e li morti

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    Questo libro contiene due parti di un unico poema in sonetti romaneschi, ambientato in un cimitero. Il Corvaccio è il custode di questo luogo che, rivolgendosi direttamente al lettore, lo invita a compiere con lui un viaggio tra le tombe e le storie delle persone che vi sono seppellite. Di sonetto in sonetto i morti prendono parola e si raccontano, mentre il Corvaccio ci accompagna per i vari settori del cimitero, dalle lapidi ai fornetti, dalla fossa comune al forno crematorio. Si disegna così una geografia di ricordi, di storie, di modi di dire che raccontano tante diverse facce di Roma, e che vanno a comporre, come indica Maria Grazia Calandrone nella prefazione, «un amaro e soave Spoon River de’ noantri, dove gustiamo a ogni parola la malinconica ironia che sappiamo iniettata in forma e sostanza del dialetto romano».

     

    1 – Er Corvaccio

    Sarve gente! Me chiameno “er Corvaccio”
    e so’ er becchino de ’sto cimmitero
    sto sempre qua, pe’ tutto l’anno ’ntero:
    scópo le foje e passo co’ lo straccio

    a lucidà li marmi de le tombe,
    cór pàrtone ’ncrostato de la tèra
    che copre gente che mó più nu’ spera
    ma dorme e aspetta er sòno de le trombe.

    Ce sta de tutto qua: statue, fornetti
    e oggni sòrta de tumulature;
    e quanno cala er sole su li tetti

    in certi giorni er vento, si l’ascórti,
    se arza a da’ la voce a le fessure
    ma pare ’nvece che a vocià so’ i morti.

    Autore / Autrice : Graziano Graziani
    Editore : Interno Poesia
    Anno : 2022